XVIII Forum Annuale del Comitato Leonardo – “Tech in Italy: innovazione, competitività e crescita”

Comunicati Stampa   02 Dicembre 2019

Tech in Italy: innovazione, competitività e crescita”:

Al XVIII Forum Annuale del Comitato Leonardo in collaborazione con Leonardo Spa

Il Rapporto del Centro Economia Digitale: i settori high-tech sono ‘vettori dell’innovazione’, caratterizzati da una maggiore intensità di investimenti in R&S in grado di generare effetti moltiplicativi importanti sull’economia del Paese.

Roma, 28 Novembre 2019 – I settori ad alta tecnologia svolgono un ruolo cruciale come motore della competitività del Paese, contribuiscono in modo decisivo alla spesa complessiva in R&S realizzata in Italia e hanno un impatto significativo dal punto di vista occupazionale, del valore aggiunto e dell’apporto alle esportazioni, rendendo possibile la diffusione e la generazione di processi e prodotti innovativi all’interno del sistema economico. È quanto emerge dal XVIII Forum del Comitato Leonardo, appuntamento che annualmente riunisce Istituzioni, imprenditori e rappresentanti del mondo finanziario per fare il punto su Made in Italy e prospettive di sviluppo per le nostre imprese, quest’anno dedicato al ruolo dell’alta tecnologia nella promozione della crescita economica italiana.

Al Forum, organizzato in collaborazione con Agenzia ICE, Confindustria e Leonardo Spa presso l’Accademia Nazionale dei Lincei, sono intervenuti la Presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini, il Presidente di Leonardo Spa Giovanni De Gennaro, il Presidente dell’Agenzia ICE Carlo Ferro, il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli e xx del Ministero degli Affari Esteri. Ha aperto il lavori il Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Giorgio Parisi.  La tavola rotonda imprenditoriale è stata animata dai vertici di alcune delle principali aziende innovative del Paese: Silvia Candiani, CEO Microsoft Italia, Sergio Dompè, Presidente Dompé Farmaceutici, Luigi Gubitosi, AD Gruppo TIM, Alessandro Profumo, AD Leonardo Spa, Elisabetta Ripa, AD Open Fiber e Luca Tomassini, Presidente Vetrya.

Durante l’incontro il Presidente del Centro Economia Digitale Rosario Cerra, il Direttore Ricerche del Centro Economia Digitale Francesco Crespi e il Responsabile Ufficio Studi Leonardo, Carlo Musso, hanno presentato la ricerca realizzata per il Comitato Leonardo dal Centro Economia Digitale e dall’Ufficio Studi di Leonardo Spa su “Il ruolo dell’innovazione e dell’alta tecnologia in Italia nel confronto con il contesto internazionale”. 

Una prima evidenza che emerge dal rapporto è che in Italia il livello degli investimenti in R&S in rapporto al PIL, sia pubblici sia privati, si attesta ad un livello inferiore a quello della media UE28 (1,1% -1,3% in Italia contro una media di 1,95%), soprattutto nel confronto con Francia (1,95%?) e Germania (3%??). Tra il 2008 e il 2017 si riscontra un tendenziale incremento degli investimenti in R&S, prevalentemente attribuibile al comparto privato, in Italia così come nella media UE28, a conferma di un trend generalizzato di debolezza degli investimenti pubblici. Anche per quanto riguarda i brevetti high-tech, il Rapporto rileva alcune debolezze strutturali del nostro Paese rispetto ai principali Paesi europei, mentre la produzione scientifica dei ricercatori italiani risulta invece in crescita negli ultimi anni, con un numero di pubblicazioni scientifiche per abitante ai livelli francesi e non troppo lontano da quelli tedeschi, nonostante la differenza nel numero di ricercatori impiegati.

L’analisi dell’innovazione nelle imprese italiane mostra una significativa correlazione tra l’introduzione di innovazioni tecnologiche e la dimensione di impresa: la percentuale di imprese che dichiarano di avere introdotto un’innovazione è sensibilmente inferiore tra le aziende di piccole dimensioni, rispetto a quelle medie e grandi: queste ultime mostrano percentuali di imprese innovative che raggiungono il 75% delle imprese totali in settori ad alta intensità innovativa della manifattura.

Germania e Francia, con un valore medio del peso delle esportazioni high-tech pari rispettivamente al 27,5% e al 17,8%, mostrano una capacità di esportare e di innovare sensibilmente superiore a quella registrata in Italia, che registra invece un valore medio del peso sul totale UE28 pari al 5,1%. In Italia, tuttavia, l’esportazione di beni ad alta tecnologia, sia verso mercati Ue che extra UE, costituisce una quota non irrilevante del PIL del Paese. A prevalere, tra i beni ad alta tecnologia esportati dalle imprese italiane, sono i prodotti farmaceutici, l’elettronica, gli strumenti scientifici e i beni riconducibili all’industria aerospaziale.

Uno degli elementi principali evidenziati dal Rapporto è il ruolo dei settori high-tech come ‘vettori dell’innovazione’, in grado di generare e fornire al resto del sistema economico sia output che input innovativi. I settori relativi alla manifattura ad alta e medio-alta tecnologia, pur avendo un peso limitato sul totale dell’economia in termini di valore aggiunto e occupazione, contribuiscono, rispettivamente, per una quota che si attesta attorno al 17% e al 40% della spesa complessiva in R&S relativa al totale dei settori produttivi italiani.

L’analisi della dinamica degli addetti impiegati in attività di R&S nei settori ad alta tecnologia mostra come, nel periodo successivo alla crisi economica, si conferma una buona capacità di resilienza all’interno di questo comparto, che si è poi tradotta nella capacità di alcune tra le imprese più innovative di sfruttare la crisi stessa, innescando processi virtuosi di ristrutturazione. Il Rapporto evidenzia come l’ampliamento del peso dei settori ad alta tecnologia e, più in generale, la maggiore diffusione di pratiche innovative all’interno delle imprese, possano svolgere un ruolo chiave affinché la trasformazione digitale in corso possa costituire una reale opportunità di crescita per il Paese.

Gli studi esaminati, volti a valutare l’impatto delle attività nel settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza, concordano sul ruolo di rilievo nel contesto economico dell’industria high-tech e dei servizi caratterizzati da un elevato contenuto di conoscenza, rappresentando un elemento di traino per l’occupazione qualificata, la crescita economica e la produttività in settori fortemente strategici.

Lo studio, infine, delinea cinque direttrici di policy per accrescere il ruolo propulsivo dei settori ad alta tecnologia in termini di crescita e sviluppo del Paese. In primo luogo, l’adozione di un approccio sistemico alle politiche per la ricerca e l’innovazione, che attribuisca un ruolo fondamentale al settore pubblico nel migliorare la qualità sia degli elementi che costituiscono l’eco-sistema dell’innovazione sia delle interazioni e degli scambi di conoscenza tra gli stessi. In secondo luogo, la necessità di garantire al sistema innovativo flussi di investimenti “pazienti”, orientati al raggiungimento di obiettivi di medio-lungo periodo e in grado di generare quelle innovazioni radicali che consentono di migliorare la competitività tecnologica e le performance economiche. Terzo, l’adozione di politiche di tipo mission oriented che, in particolare, consentirebbero di affrontare le nuove sfide della società e raccogliere le opportunità relative alla trasformazione verde delle economie. Quarto, l’attuazione di strategie per massimizzare il ritorno dei programmi pubblici per la ricerca e l’innovazione evitando una eccessiva frammentazione delle risorse e, nel contempo, aumentando il ritorno derivante dalla partecipazione italiana ai programmi europei destinati al finanziamento della ricerca e dell’innovazione. Infine, il rapporto pone l’accento sul ruolo che l’Italia può avere nello sviluppo di un processo di convergenza che conduca alla creazione di una piattaforma industriale europea, in grado di rafforzare la competitività della componente ad alta tecnologia delle economie europee con effetti di upgrade tecnologico e di crescita che si diffonderebbero in tutta l’economia.

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Il Comitato Leonardo (https://www.comitatoleonardo.it) è nato nel 1993 su iniziativa comune del Sen. Sergio Pininfarina e del Sen. Gianni Agnelli, di Confindustria, dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE) e di un gruppo d’imprenditori con l’obiettivo di promuovere e affermare la “Qualità Italia” nel mondo. Oggi associa 160 personalità tra imprenditori, artisti, scienziati e uomini di cultura, avvalendosi del patrocinio e della collaborazione degli Organi Istituzionali preposti alla promozione delle aziende italiane all’estero. Il Comitato Leonardo non vuol essere solo una mera vetrina per valorizzare il Made in Italy, ma si propone con un ruolo attivo attraverso svariate iniziative, tra cui la concessione di borse di studio a laureandi su temi legati all’internazionalizzazione. Tra i soci del Comitato Leonardo sono presenti oltre 130 aziende il cui fatturato complessivo, nell’ultimo anno, è di circa 390 miliardi di euro, con una quota all’estero superiore al 54%. 

Per ulteriori informazioni:

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